Voto: 8
Il tema affrontato da Chiara Gamberale in questo romanzo è il cambiamento, quello dei piccoli passi, quello che si fa per sbaglio, o forse per gioco e che inizia con il concedersi dieci minuti al giorno, per sorprendersi e occuparsi in un’attività nuova, che abbia il potere di rompere la routine. Non si tratta di grandi rivoluzioni, ma di piccoli mutamenti che possano occupare quei dieci minuti, per un mese, tutti i giorni. Li occuperà ascoltando la madre, cucinando pancake, cambiando il colore dello smalto per unghie. Ma quei dieci minuti sono necessari.
“E a che serve questo gioco dei 10 minuti?”
“Boh, la dottoressa non me l’ha spiegato. Credo serva fondamentalmente a impegnarmi la testa, a riempire il vuoto e a fare ordine nella confusione che mi ritrovo al posto della vita”
Chiara, la protagonista, si trova ad affrontare la fine del suo matrimonio, in una caotica Roma, molto diversa dalla sua amata città di periferia, perde il lavoro e si trova smarrita. Ma questa sfida la salva. Alla fine capirà che dire “io” invece del “noi” cui era abituata, non è poi così male, anzi prende consapevolezza della donna che è, delle sue potenzialità, e capisce che può affrontare la vita senza bisogno di qualcuno che la guidi. A tal proposito mi ha colpita questo interrogativo che l’autrice ci pone:
“Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un’occasione?”
Io una risposta me la sono data. Questo libro ci invita alla riflessione con un linguaggio molto semplice, ma affrontando temi importanti e delicati. E’ strutturato come un diario ed è scorrevole.