LA STELLA DI ANDRA E TATI – MERCOLEDì 27 GENNAIO SU RAI GULP

 

LA STELLA DI ANDRA E TATI
In onda mercoledì 27 gennaio, alle ore 17.15

 

In occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria, Rai Gulp ripropone lo special in animazione “La stella di Andra e Tati” che racconta la storia vera di due bambine italiane sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz.

Un film di 26 minuti diretto da Rosalba Vitellaro e Alessandro Belli con i disegni di Annalisa Corsi, prodotto dalla Rai e Larcadarte, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Le piccole Andra e Tati (Alessandra e Tatiana) Bucci, ebree italiane di Fiume, avevano 4 e 6 anni quando il 29 marzo 1944 vennero deportate ad Auschwitz-Birkenau insieme a madre, nonna, zia e cuginetto. Arrivarono ad Auschwitz il 4 aprile 1944. «Appena arrivate al campo – ricorda Tati – ci fecero indossare vestiti usati». Poi «ci marchiarono con il numero che ancora oggi portiamo sul braccio. E che non abbiamo mai voluto cancellare». A lei fu tatuato il numero 76484, alla sorella il 76483. L’incoscienza dell’età e la simpatia di una guardiana del blocco del lager furono gli elementi determinanti per la loro salvezza, un destino rarissimo che ci consente ancora oggi di ascoltare la loro voce e i loro ricordi. Ad Auschwitz, su oltre duecentomila bambini deportati, poco meno di cinquanta sopravvissero. Andra e Tati furono liberate il 27 gennaio 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa, nella loro avanzata, aprirono i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Il 27 gennaio è diventato, dal 2001 in Italia e dal 2005 in tutto il mondo, il giorno della memoria della Shoah.  Con la liberazione di Auschwitz, Andra e Tati, senza documenti, lontane dai loro familiari, vennero portate prima a Praga, poi un anno dopo trasferite in Inghilterra. Nell’Europa che si riprendeva dalla guerra ci vollero quasi due anni prima che alla fine potessero essere ricongiunte ai loro genitori. Lo special ripercorre la loro storia e si interseca con il racconto di una visita di liceali ad Auschwitz. Un efficace gioco di piani temporali dove passato e presente si intersecano, per ricordare di non cedere mai all’odio, alla violenza, alla paura. Per non dimenticare. 

 

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