Giulio Mosca “il Baffogram” all’Etna Comics

Gironzolando tra gli stand di esposizione dell’area fumetti dell’Etnacomics di Catania, siamo stati sorprendevolmente colpiti da un allestimento coloratissimo, green, con delle lucine e dei fiori, ed è stato subito colpo di scena!  Vediamo arrivare il mitico Baffogram, cioè Giulio Mosca. Con i suoi arroncigliati baffi, gli occhiali da sole, una delle sue tipiche camicie vacanziere in stile hipster ed… i calzini arancione .. Giulio i calzini arancione? Ti perdoniamo, ma non perché l’arancione è il colore dei baffi e dei capelli del tuo amatissimo personaggio “Il Baffo”, da non confondere con il tizio delle televendite, ma perché nel complesso trasmettevi Allegria, che è quello di cui tutti abbiamo bisogno, ed è quello che trasmettono i tuoi disegni, coloratissimi, essenziali, ma altamente comunicativi.

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Giulio, classe 1991, nato a Genova, trasferitosi a Torino e attualmente residente a Milano, è un illustratore, creator digitale e fumettista. Formatasi allo IED, dove consegue la laurea con il massimo dei voti in Graphic Design, è stato il fondatore e il direttore creativo di una startup operante nel settore gastronomico, ma ha scelto poi di dedicarsi interamente alla carriera di artista.

Si è formato come grafico ed ha lavorato come tale, fumettista ci diventa successivamente, sperimentando nuovi canali comunicativi, spinto dalla sua passione per la scrittura unita a quella per l’illustrazione. Nel muovere i primi passi in questo nuovo mondo, di grande ispirazione ed insegnamento fu Scott McCloud, fumettista statunitense, uno dei più grandi esperti e teorici del fumetto nel mondo.

A fine 2016 Giulio Mosca crea il suo personaggio “Il Baffo”, il protagonista blu delle sue vignette, e comincia a pubblicare i primi disegni dapprima sulla sua pagina Facebook, per poi, con l’avvento di Instagram, trasferirsi prevalentemente su quest’ultima piattaforma. Risultato? diventa subito virale, i sui disegni riescono esattamente ad arrivare al punto, riuscendo a comunicare le emozioni, che soltanto a parole, non  si riuscivano a trasmettere. Le sue vignette vengono infatti condivise nei post e nelle stories di migliaia di utenti, giovani e meno giovani, creando un vero e proprio meccanismo a catena.

Dai social, ben presto le vignette del Baffo diventano delle vere e proprie storie a fumetti, con un percorso editoriale che inizia già nel 2017, anno in cui la casa editrice Man Font pubblica la sua prima graphic novel dal titolo La notte dell’Oliva,  nel 2018 pubblicherà  “Sublimi banalità quotidiane per persone blu”, una selezione delle vignette pubblicate sul web affiancate da scritti inediti, ed infine pubblicherà la sua seconda graphic novel La fine del mondo di qualcun altro“. Nel 2019, pubblicherà per la casa editrice Longanesi Le poesie si possono disegnare, una raccolta di poesie illustrate, per approdare alla Feltrinelli con la sua ultima opera Clorofilla.

Ma vi chiederete cosa sia questo nuovo genere letterario “graphic novel”, beh qui non voglio essere io a rispondervi, lo faccio fare direttamente a lui Giulio Mosca che, in un’intervista alla Repubblica, lo spiega in maniera semplice e con la sua innata ironia, tratto che lo contraddistingue:

“La verità? Boh! A me “graphic novel” sembra tanto un nome elegante che ci siamo inventati per far sembrare il fumetto qualcosa di più elevato. Hai presente quando sei ad una cena romantica e dici “Scusa, vado un attimo alla toilette”. Mica puoi dire “Vado al cesso!”. Però, oh, sempre lì vai. Credo che ci sia un profondo senso di inferiorità (non in tutti gli autori, sia chiaro) dato dal fatto che i fumetti siano sempre stati considerati “roba da ragazzini”. Eppure di capolavori a fumetti ne è pieno il mondo. Non so… Forse è proprio perché la maggior parte dei fumetti la gente li legge proprio al cesso? Voglio una maglia con scritto “Vado alla toilette a leggere una graphic novel”! Ne faccio stampare due?”. (Tratto da un’intervista a Giulio Mosca per “La Repubblica)

Non ci resta quindi che leggere Clorofilla e darvi una recensione completa sulla narrazione e sulle illustrazioni contenute. Chissà se l’amore, come le piante, ha bisogno di nutrimento costante per sopravvivere o è una forza che si autoalimenta secondo logiche che sfuggono al nostro controllo.

-Lady MeGusta-

 

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